TOGO - BENIN - GHANA

Partenze di gruppo in concomitanza con il Festival dell’Akwasidae

Quote a partire da

Da € 3.500

Data di partenza

Partenze 2025

Data di ritorno

Partenze 2025

Durata

14 giorni – 13 notti

Accompagnato da

Con guide locali

Festival dell’Akwasidae: affacciandosi al mondo degli spiriti

TOGO-BENIN-GHANA: La nostra fantastica odissea culturale ci condurrà nei luoghi più remoti di Ghana, Togo e Benin, alla scoperta di un mondo tribale ancora oggi guidato dagli spiriti degli antenati. L’Akwasidae Festival è uno degli eventi culturali più affascinanti dell’Africa occidentale. Tenutasi nei terreni del Palazzo Reale di Kumasi, in Ghana, questa cerimonia tradizionale del Regno Ashanti è stata celebrata per secoli. È una spettacolare festa per gli occhi, piena zeppa di sfarzo e circostanza in stile africano! Lungo la costa, nel cuore della pratica vudù, incontreremo i sacerdoti del culto, assisteremo a danze che culminano nella trance e saremo testimoni della grande influenza che gli spiriti vudù esercitano sui loro adepti. Dirigendoci verso l’interno incontreremo l’etnia Taneka e Somba e le loro splendide dimore fortificate. Proseguiamo entrando a Kumasi nel Regno d’oro degli Ashanti.
Al termine del nostro viaggio esploreremo la famosa Costa degli Schiavi con i suoi Forti, testimonianza della tratta degli schiavi.
Sicuramente uno dei più emozionanti e spettacolari viaggi in Africa Occidentale.

Perché un viaggio in Togo, Benin e Ghana durante il Festival dell’Akwasidae?

Itinerario tour Togo, Benin e Ghana in concomitanza con il Festival dell’Akwasidae

Arrivo in aeroporto in tempo utile per le formalità di imbarco. Partenza dall’Italia con volo verso Lomé. Arrivo a Lomé e trasferimento in albergo. Pasti liberi.

Lomé, vibrante capitale del Togo, è l’unica città africana che è stata colonizzata da tedeschi, inglesi e francesi ed una delle poche capitali al mondo situata al confine con un’altra nazione. Questi elementi fanno sì che Lomé sia il punto di incrocio di persone, culture e commerci che la rende città cosmopolita di piccole dimensioni. A Lomé, visiteremo vari punti salienti: il mercato centrale con le famose “Nana Benz”, donne che hanno concentrato nelle loro mani il redditizio mercato dei costosi “pagne” (=indumenti) che arrivano dall’Europa e che vengono venduti in tutta l’Africa Occidentale; gli edifici coloniali del quartiere amministrativo dove ancora aleggia il sapore del tempo che fu; il mercato dei feticci, dove è venduto un enorme ed eclettico assortimento di tutto il necessario per pozioni d’amore oltre che intrugli magici per gli usi più disparati; un villaggio sperduto tra le alte erbe della savana: almeno tre generazioni di adepti celebrano una cerimonia Vudù. Al ritmo sempre più ipnotico dei tam-tam e al suono dei canti incantatori qualche danzatore cadrà in una profonda trance: occhi ribaltati, smorfie, tensione muscolare, insensibilità al dolore o al fuoco. Sakpata, Heviesso, Mami Water e altri vudù palesano la loro presenza prendendo possesso dei loro adepti. In questo luogo circondato dall’atmosfera folle delle celebrazioni Vudù, finalmente avremo la possibilità di comprendere ciò che il popolo afferma: “nelle vostre Chiese voi pregate Dio, noi nel nostro santuario Vudù diventiamo Dio! Pensione completa.

Raggiungiamo Ouidah che fu conquistata dall’esercito del Dahomey nel XVIII sec. e trasformata in un punto di partenza per il commercio degli schiavi. Oggi Ouidah mostra un’architettura afro-portoghese, oltre alla bizzarria di avere il tempio del Pitone e la cattedrale cattolica esattamente uno di fronte all’altro. L’atteggiamento rilassato degli abitanti, il suono delle onde che giunge dalla spiaggia, il ritmo dei tamburi creano un’atmosfera fuori dal tempo, molto ben descritta da Bruce Chatwin nel suo romanzo “il Vice re di Ouidah”. Passeggiando lungo le strade, visiteremo il tempio del Pitone e termineremo la visita della città percorrendo “la via degli schiavi” fino alla spiaggia dove gli schiavi erano imbarcati per il “Nuovo Mondo”.. Pensione completa.

Vicino alla costa oceanica si estende una regione lacustre che accoglie Ganvie, bellissimo ed esteso villaggio su palafitte. Una grande piroga ci condurrà attraversando il Lago Nokwe. Gli abitanti dell’etnia Tofinou costruiscono le loro capanne su pali di teck e ricoprono i tetti delle abitazioni con una spessa coltre di paglia. La pesca è l’attività principale di questa popolazione il cui isolamento ha permesso di conservare le abitudini e le regole del tempo che fu. Sulle piroghe, che uomini, donne e bambini conducono con facilità con l’aiuto di lunghe pertiche, si scandisce la vita quotidiana. È sulla piroga che si va a pesca, ci si sposta, si canta accompagnando il ritmo delle pertiche, sulle piroghe le donne mettono in mostra le merci da vendere al mercato e i bimbi vanno a giocare e a scuola.

In seguito, raggiungeremo Abomey, dove incontreremo la comunità dei “forgerons”, da secoli al servizio dei re per la produzione di armi ed altri utensili. Assisteremo ad un’uscita di maschere. Pensione completa.

Dopo colazione, sostiamo presso il feticcio di Dankoli, importante luogo di culto vudù. La presenza di diversi bastoncini di legno ricorda l’innumerevole serie di preghiere che sono state rivolte al dio locale per soddisfare i bisogni della vita di tutti i giorni: un buon raccolto, un felice matrimonio, un parto senza problemi, una promozione scolastica…. Una volta esaudita la preghiera, il richiedente torna sul luogo del feticcio per sacrificare ciò che aveva promesso: un pollo, una mucca, una capra. Le tracce di sangue, vino di palma e olio di palma che cospargono il feticcio provano che tante persone hanno visto la loro preghiera esaudirsi.

Nel pomeriggio raggiungeremo gli antichi villaggi Taneka, situati alle pendici dei monti omonimi. Questi villaggi sono composti da capanne rotonde dai tetti conici e protetti al centro da vasi di terracotta. La parte superiore dei villaggi è abitata dai sacerdoti dei feticci, abbigliati con pelle di capra, e dai giovani iniziati. Pare che i primi abitanti, d’origine Kabyé, abbiano occupato la montagna nel IX secolo d.C. Da allora altre popolazioni si sono unite a loro formando una specie di melting-pot. Ogni gruppo ha conservato i propri culti ed i propri riti d’iniziazione, e nello stesso tempo hanno creato istituzioni politiche e religiose comuni. Mentre si cammina tra case a tetto conico, su viuzze delimitate da pietre lisce, capita di incontrare giovani e adulti con il capo raso, semi nudi. Si preparano alle celebrazioni iniziatiche. I Taneka, considerano che per «fare» un uomo ci vuole tempo, pazienza, e tanto… sangue di animali sacrificati. Insomma, un processo lungo tutta un’esistenza, a tal punto che la vita stessa diventa un rito di passaggio. Pensione completa.

Oggi entriamo nella terra dei Somba. In questo paesaggio di dolci colline e altipiani incontreremo i Somba che vivono in abitazioni fortificate. Simili nella forma ai nostri castelli medievali, queste abitazioni rappresentano uno dei più begli esempi di antica architettura africana. Il loro stile impressionò Le Corbusier, che le definì “architettura scultorea”. In effetti le case sono costruite a mano, strato su strato, aggiungendo palle di fango che sono poi modellate sul disegno della casa in una sorta di sensuale gesto che unisce forza, accuratezza ed estetica. L’attaccamento alle loro tradizioni è dimostrato dalla presenza di grandi santuari di forma fallica posti all’entrata delle case. Con il permesso accordatoci dagli abitanti entreremo nelle case per meglio comprenderne lo stile di vita. In realtà le abitazioni sono una proiezione antropologica e cosmologica: Il primo piano avvolto nell’oscurità rappresenta la morte ed è il luogo degli antenati, il secondo piano aperto al cielo rappresenta la vita ed è il luogo dove le nonne accudiscono i piccoli, fino a quando è individuato quale antenato è ritornato a vivere nel nuovo nato.

Tutto il cibo e gli animali vengono custoditi all’interno delle case, in modo da garantire la sopravvivenza del gruppo famigliare in caso di attacco nemico. Per secoli queste popolazioni hanno sfruttato il difficile accesso ai loro territori offerto dalla catena dei monti Atakora per difendersi dalla schiavitù praticata dai mercanti musulmani del Nord dell’Africa.. Pensione completa.

Incontro con la popolazione Kabye. In alcuni villaggi, in cima alle colline, le donne plasmano vasi di argilla e gli uomini lavorano il ferro dandogli forma con il fuoco e pesanti pietre. In serata, danza del fuoco. Al centro del villaggio un grande fuoco illumina i volti dei partecipanti che danzano al ritmo ipnotico dei tamburi prima di tuffarsi nelle braci ardenti. Raccolgono tizzoni incandescenti e li passano più volte sul corpo oltre che portarli alla bocca, quasi li dovessero ingoiare. Nessuna ferita e nessun segno di dolore compare sui volti dei danzatori. Si tratta di coraggio? Autosuggestione? Magia? Difficile spiegare una tale performance.

Forse sono davvero i loro feticci che li proteggono dal fuoco. Pensione completa.

Dopo colazione, ci dirigiamo verso sud, con una sosta lungo il percorso ad Atakpame, una tipica cittadina africana costruita su colline dove si trovano tutti i prodotti provenienti dalle vicine foreste. Attraverso il loro abile lavoro su piccoli telai, gli uomini della regione realizzano il grande tessuto dai colori vivaci chiamato “Kente”.

Da Atakpame ci spostiamo nelle foreste tropicali che circondano Kpalime, una città dal ricco passato coloniale che oggi è un importante mercato per il commercio del cacao e del caffè. Passeggiata sulle colline che circondano Kpalime, attraverso villaggi e fattorie, fino al limite della foresta. Sotto la guida di un entomologo locale, impareremo a conoscere le farfalle e gli insetti colorati. Pensione completa.

Attraversamento del confine con il Ghana e proseguimento verso la regione del Volta. La regione Krobo è famosa per la produzione di perline. Alcune delle quali sono per l’appunto chiamate “krobo” ed occupano uno spazio importante nelle migliori collezioni del mondo. I Krobo producono ed usano le loro perline per le feste di iniziazione, per culti e per l’estetica. Visita di un atelier specializzato nella produzione artigianale di perline. Pensione completa.

Kumasi capitale storica e spirituale dell’antico Regno Ashanti. Il popolo Ashanti fu uno dei regni più potenti dell’Africa fino alla fine del XIX sec., quando gli Inglesi decisero di annetterlo alla loro colonia chiamata Gold Coast. Gli onori ancora oggi resi all’Asantehene (il Re) testimoniano del passato splendore e della potenza Ashanti. Oggi Kumasi, con circa tre milioni di abitanti, è una città spumeggiante con un fantastico mercato centrale, uno dei più grandi d’Africa. Ogni tipo di manufatto Ashanti (pelletteria, ceramiche, tessuti kente ed adinkra) si trova qui, insieme a quasi tutti i tipi di frutta tropicale e verdura. In agenda avremo una visita al centro culturale Ashanti che possiede una ricca collezione di manufatti collocati all’interno della riproduzione di una casa Ashanti.

Nel pomeriggio, se in svolgimento, potremo assistere ai “funerali ashanti”, che in realtà sono una celebrazione festosa. Rituale celebrato mesi o anni dopo il decesso per permettere allo spirito del defunto di guadagnare lo status di antenato e divenire protettore di tutto il clan. I partecipanti esibiranno tessuti rossi e neri. I capi, all’ombra di grandi parasoli colorati, partecipano alle celebrazioni circondati da tutta la loro corte. Anche noi, seguendo il protocollo tradizionale, saremo accettati alla cerimonia per assistere alle danze tradizionali che celebrano le gesta degli antenati ed hanno una marcata simbologia erotica. Pensione completa.

La domenica mattina Kumasi si risveglia lentamente. Le sue vie, non troppo trafficate, si concedono allo sguardo del viaggiatore, curioso di cogliere da vicino qualche dettaglio che rende la città speciale: le costruzioni coloniali intorno al mercato, le insegne pubblicitarie dipinte a mano con uno stile originale che qualcuno non esita ad accostare all’Urban Art, i fedeli che si recano in Chiesa indossando l’abito della domenica perfettamente alla moda perché perfettamente fuori moda. La visita della città sarà riempita dall’attenzione dedicata a questi dettagli e ad altri ancora. Proseguiamo con la visita di Kumasi. Il Museo del Palazzo Reale ci aprirà le porte, con la sua collezione unica di oggettistica Ashanti. Se in programma assisteremo al grande evento: Akwasidae Festival. Pensione completa.

Ritorno sulla costa e visita di Cape Coast ed in particolare del suo castello, costruito dagli Svedesi nel 1653. Dal 1657 al 1664 cambiò mano 5 volte. Fu conquistato da Danesi, Olandesi, una tribù locale ed infine dai Britannici, che ne fecero il loro quartiere generale fino alla fine del XIX secolo. Riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, accoglie ora un interessante museo sulla tratta degli schiavi. Da qui, infatti, partirono migliaia di prigionieri, rivenduti come schiavi ed utilizzati nelle piantagioni americane. La cittadina, prima capitale della colonia britannica, conserva le tracce del passato coloniale. Sulle spiagge circostanti i pescatori perpetuano tecniche di pesca ancestrali, sfidando le furie dell’oceano per ottenere abbondanti raccolte di pesce. Pensione completa.

Il canopy di Kakum, un ponte di corde assicurato a dei cavi in acciaio, rappresenta il ponte più lungo e più alto di questo genere in tutto il mondo. Da un’altezza di 30 – 40 metri si può avere una vista del tutto originale sulla foresta. Invece di mostrare i loro tronchi, gli alberi offrono allo sguardo le loro sommità slanciate alla ricerca di cielo e di sole.

Elmina, la più antica costruzione europea a sud del Sahara. Un nome legato alla storia dell’Africa, ma anche alla storia di tutta l’umanità. Nel 1482 Cristoforo Colombo e Bartolomeo Diaz approdarono qui con dodici caravelle per costruire un castello sotto l’autorità portoghese. I luoghi scelti erano legati anche alla possibilità di acquisto della polvere d’oro. Così ebbe inizio la storia di Elmina: un castello, un porto, un villaggio, che oggi festeggiano il record di oltre cinque secoli di continui contatti e commerci tra africani ed europei. Il castello che si visita oggi è il risultato dei lavori realizzati da portoghesi, olandesi, inglesi e autorità locali. Nel corso della sua storia è stato utilizzato inizialmente come fattoria fortificata per rifornire di verdure, frutta e cibo fresco le navi che facevano rotta lungo la via delle Indie, e nello stesso tempo come base per l’acquisto della polvere d’oro, dell’avorio, e dei legnami pregiati. Nel XVIII secolo il castello raggiunse la sua estensione attuale quando divenne uno dei principali centri di raccolta degli schiavi da inviare nelle Americhe. Oggi è riconosciuto “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO. La cittadella di Elmina è un tipico porto di pesca con centinaia di grandi piroghe colorate che tutti i giorni affrontano l’oceano. I vicoli di questo antico villaggio di pescatori ci faranno respirare un’atmosfera vivace ed unica.
In una città vicina scopriremo i Posuban, santuari delle compagnie Asafo dove i guerrieri Asafo versano ancora libagioni.
Pensione completa.

Ci dirigiamo ad Accra.
Grande città africana, in rapida evoluzione, Accra ha saputo conservare un’identità che si riflette sia nei quartieri moderni, che in quelli più vecchi, dove si moltiplicano le attività tradizionali.
I verdeggianti quartieri amministrativi, composti da eleganti ville della prima metà del Novecento, ci ricordano che questa fu la più prosperosa delle colonie d’ Africa.
Di fronte all’oceano si organizza la vita dei quartieri autoctoni. James Town: un villaggio circondato da una città. Qui le attività economiche seguono criteri ben diversi da quelli che governano la city, distante solamente qualche centinaio di metri.
Oltre Osu, che era sede del palazzo presidenziale, si trova il quartiere dove abitano i fabbricanti di sarcofagi, dalle forme “fantasy”. Con estro, creano bare a forma di frutti, pesci, aerei, animali… Questi bizzarri manufatti oltre ad essere apprezzati localmente hanno fatto mostra di sé in prestigiose esposizioni internazionali.In serata trasferimento in aeroporto per il volo di rientro. Colazione inclusa.

La quota include

La quota non include

Partenze:

  • 08 Gennaio: Festival Akwasidae + Festival Voodoo Festival Akwasidae

 

  • 20 Febbraio: Festival Akwasidae
  • 03 Aprile
  • 26 Giugno
  • 07 Agosto
  • 18 Settembre
  • 23 Ottobre

 

  • 26 Dicembre: (Capodanno) Festival Akwasidae + Festival Egun

Quote di partecipazione

Quota per persona in doppia – Voli esclusi *da richiedere al nostro booking:

  • Da 6 partecipanti: €3.500
  • Da 4 a 5 partecipanti: €4.150
  • Da 2 a 3 partecipanti: €4150 (prenotando 90 o più giorni prima, altrimenti €6000)
  • Supplemento singola: €570
  • Supplemento Capodanno Egun: €130 p.p.

Viaggio in Togo, Benin e Ghana con Zero Confini: FAQ

L’Akwasidae Ashanti si celebra ogni 6 settimane a Kumasi, Ghana, mentre il Festival del Voodoo si tiene ogni anno il 10 gennaio a Grand Popo e Ouidah, Benin.

Si consiglia un abbigliamento comodo e rispettoso delle tradizioni locali.

I turisti possono assistere alle celebrazioni e immergersi nell’atmosfera culturale, ma è importante rispettare i momenti sacri e le aree riservate agli iniziati.

Sì, il nostro tour include guide esperte locali che spiegano il significato delle cerimonie e offrono contesto storico e culturale per comprendere meglio i festival.

  • VISA: Togo – visto a due entrate; Ghana & Benin – visto a entrata singola.  
  • VACCINAZIONI: Febbre gialla – obbligatoria; profilassi antimalarica – altamente raccomandata.

Il periodo migliore per visitare questi paesi è durante la stagione secca, da novembre a marzo, quando le condizioni climatiche sono più favorevoli e le strade sono più percorribili, oltre ai festival come quello Voodoo e Akwasidae che si tengono in questo periodo.

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Togo, Benin e Ghana